Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre. – 24.02.24 – PAVIA

24.02.24 ore 16.30 al Social Bistrot -Viale Sardegna, 64 Pavia.

Promossa da: CGIL Pavia, Uil Pavia, Udu, Sunia, Auser Provinciale, Libera Pavia, Arci Pavia, Ci Siamo Anche Noi, Emergency Pavia, Anpi Pavia OPB/Pinelli

Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle Pv, Partito Democratico Provincia di Pavia, Pavia a Colori

 

Per aderire inviare una mail a: Cdltpavia@cgil.lombardia.it

Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la
distruzione del Pianeta
L’Italia deve dire basta alla guerra!

Ormai le guerre si susseguono con ritmo ed intensità crescente. Iniziano ma non finiscono,
alimentando solo la fiorente industria e il commercio immorale di armamenti. Stati e Governi
sembrano aver perso la capacità di prevenire e gestire i conflitti mediante gli strumenti della
diplomazia e della politica, con i quali far applicare e rispettare le convenzioni e il diritto
internazionale. La conseguenza è che la guerra e la barbarie sono nuovamente tornate ad essere
le uniche opzioni in campo. Basta, questa logica distruttiva va fermata.
Il teatro di guerra è globale.
La guerra è tornata ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la
sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba
essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Le
Nazioni Unite, come espressione di tutti i popoli del pianeta, sono umiliate e il diritto
internazionale sostituito dalla forza della potenza militare, preludio della guerra globale: nella
barbara “logica del più forte”, nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero
vincitore.
Si compiono i due anni di guerra in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti, milioni i profughi in
fuga ed un terzo del paese distrutto. In Siria, dopo tredici anni di guerra, i risultati sono centinaia
di migliaia di morti e la distruzione di una secolare convivenza inter-religiosa e inter-comunitaria. In
Africa, guerre e neo-colonialismo non hanno mai cessato di coesistere e di schiacciare le
speranze di democrazia e di libertà.
L’ultimo e più drammatico esempio di questa spirale distruttiva è ancora una volta in Medio
Oriente, con l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha provocato 1200 vittime e più di
200 persone prese in ostaggio, con stupri di guerra sulle donne israeliane; ne è conseguito
l’assedio della Striscia di Gaza da parte del governo israeliano con bombardamenti a tappeto,
uccidendo più di 24000 palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani, la distruzione di ospedali,
scuole, presidi delle Nazioni Unite, il taglio dei rifornimenti di carburante, cibo, acqua, assistenza
sanitaria. Una escalation di crimini di guerra, che condanniamo e che debbono essere fermati
immediatamente per affrontare politicamente e culturalmente le cause che li hanno determinati,
applicando il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli, come
riconosciuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.
E l’elenco dei conflitti, delle guerre, delle violenze purtroppo non finisce qui.
Il percorso della Pace deve essere globale
L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare,
è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace,
per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la
cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo insieme
alla politica dei “due pesi e due misure”, alla sicurezza impostata sulla deterrenza nucleare e sui
blocchi militari contrapposti; abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica,
nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che
abbiamo ricevuto.
Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre
più in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto
internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli.
La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per
la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di
fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.
Per tutto questo, chiediamo nuovamente a movimenti, reti, associazioni, sindacati,
parrocchie, comitati locali, di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane, per ribadire il NO a
tutte le guerre e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere
per tutte e per tutti, per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della
pace, impegnandosi per:
• la messa al bando delle armi nucleari
• la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la
tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta
• la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai
conflitti armati
• l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza
• la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e
dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione
palestinese
• il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in
Cisgiordania
• la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale
occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di
sicurezza comune per l’Europa intera
• il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza,
renitenti, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti sociali e
sindacalisti vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione
• il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di
violenza strutturale (Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iran…)
• lo stanziamento dello 0,7% del PIL a favore della cooperazione allo sviluppo
• la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per
ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in
Africa, che coinvolgono milioni di persone che vengono uccise, espulse dalle proprie case,
impoverite, costrette alle migrazioni forzate.
24 febbraio 2024
Giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il
CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA ED IN UCRAINA
“Fermiamo la criminale follia delle guerre!”
“L’Italia deve dire basta alla guerra!”

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